Ormai le nostre città (da Roma a Milano, passando per Torino e Palermo) sono conosciute in tutto il mondo non solo per i suoi affascinanti monumenti, la cultura e le vie del centro, ma soprattutto per le buche che ne costellano le strade. Il problema è decisamente sentito sia dai cittadini che dai turisti: e non è solo questione di decoro o di estetica, ma anche e soprattutto di sicurezza pubblica, visto che non si contano i sinistri – in alcuni casi anche mortali, purtroppo – che sono stati determinati in maniera diretta o indiretta proprio dalle buche. E sia da nord che da sud, limitarsi a sistemare i tratti danneggiati non è sufficiente, in quanto c’è bisogno di un lavoro più a monte: occorrerebbe, quindi, revisionare le modalità con le quali vengono costruite le strade, adottando unicamente le migliori tecnologie a disposizione, nella tutela pubblica e per un’opera duratura.
Perché le nostre città sono piene di buche?
Sono tanti i fattori che portano alla formazione di buche sul manto stradale, ma quelli strutturali sono da ricercare all’inizio del processo di posatura stradale stesso.
Può la fresatura dell’asfalto, eseguita in modo non appropriato, compromettere la durata delle nostre strade? Secondo gli esperti, l’inconveniente più significativo che si riscontra è dato dal fatto che le strade in molte situazioni non sono costruite attraverso una sovrapposizione adeguata di strati legati, per i quali non è stata seguita la sequenza necessaria. Ovviamente il problema si amplifica nel momento in cui vengono eseguiti lavori – per esempio per la sistemazione di tubature, per la posa della fibra ottica, e così via – a causa dei quali le strade sono aperte e poi richiuse in modo affrettato. Non possono che esserci conseguenze negative se si usano dei materiali non compatti o di qualità scadente.
Quando i materiali non sono progettati bene o sono compattati in modo inadeguato, al loro interno si formano dei vuoti che finiscono per riempirsi di acqua sin dalla prima pioggia; con il passare del tempo, l’acqua finisce per accumularsi sempre di più, andando a dilavare i materiali sottostanti non legati. Questo è il meccanismo per colpa del quale, anche nel giro di breve tempo a partire da una semplice crepa sull’asfalto, si può giungere a una vera e propria voragine.
Un altro elemento che non può essere sottovalutato è quello del passaggio continuo dei mezzi pesanti: i pullman ed i camion, infatti, sono nemici del manto stradale. Si parla di milioni di tonnellate che, nel tempo, fanno sì che l’asfalto, cioè il conglomerato bituminoso, si rompa. L’effetto è quello della creazione di fessure; e se in un primo momento le crepe coinvolgono unicamente gli strati più in profondità, poi arrivano a ramificarsi in superficie, proprio per il passaggio continuo dei carichi più pesanti. Per la formazione di uno o più buche, a quel punto, è solo questione di aspettare la prima pioggia, e cioè la prima infiltrazione di acqua che va a colpire la strada, il cui aspetto viene paragonato dai tecnici a quello della pelle di un coccodrillo. Per evitare le buche, in sintesi, non si deve prestare attenzione unicamente al modo in cui sono asfaltate le strade, ma bisogna badare anche a ciò che si trova sotto la superficie.
A partire dalla scarificazione dell’asfalto, dunque, ogni procedura deve essere curata nel minimo dettaglio e affidata ad imprese di comprovata esperienza nel settore.